La storia del “pan biscoto” del Ristorante Al Cavaliere
I rumori e le voci venivano sommessi e distinti dalla cucina. Le donne mattiniere facevano il pane alla luce del “canfin a petrolio”.
Acqua e sale, un po’ di strutto, farina, lievito naturale (la mare) ottenuto con una piccola porzione dell’impasto precedente che veniva conservata gelosamente nella credenza, avvolta in un apposito canovaccio. L’impasto ottenuto veniva amalgamato e compattato con la “gramola”, poi abili mani facevano i “paniti” attorcigliati a forma di H.
Nel frattempo le “fassine” (ramaglia secca) avevano già scaldato il forno che, a giusta temperatura, veniva riempito con il pane crudo appena fatto. La nonna Virginia, esperta e sapiente, lo sfornava cotto al punto giusto dopo che questo era rimasto ad essiccare lentamente nel forno che andava gradualmente raffreddandosi; la parona”, generosa, ne donava piccoli pezzi ai presenti, lieti di tanto regalo. Il pane così essiccato ed oltremodo indurito veniva riposto, “rosà, biscotà, inzenarà, profumà”, in cesti di vimini che venivano appesi a grosse chiode conficcate nelle travi affumicate della cucina modesta ed accogliente.
El pan biscoto, usi e costumi.
Rimaneva, “el pan biscoto”, a disposizione per il “paninbrodo” (zuppa), per i salami da “tajo” e per il lardo salato; bene si accompagnava alla pancetta stagionata ed al prosciutto crudo dell’anno precedente e poteva essere gustato con il radicchio selvatico che abbondava nella vigna e nei prati. Intinto nel vino clinto dava calore ed allegria.
Inzuppato in grandi pentole di alluminio piene “de cafèlate”, questo pane, dava vigore a grandi e piccini soprattutto durante l’inverno.
A volte lo si mangiava “secco” (senza contorni) messo a bagno nell’acqua per placare l’appetito che non mancava mai. Come non mancava il poco frumento che, con la compartecipazione alla mietitura (la meanda), le famiglie ricevevano in cambio del lavoro prestato, ed esso veniva portato al mugnaio del paese il quale, in cambio di un giusto compenso, rendeva semola per gli animali e farina per il magro vivere quotidiano, ma, per tanto bene, a discrezione, si ringraziava il cielo.
Come una volta, sempre seguendo la tradizione Polesana, il “pan biscoto” del Ristorante Al Cavaliere a Rovigo viene preparato dallo chef con cura e lo si può accompagnare con qualsiasi piatto.