L’Epifania, la Veceta (la Befana)
La Corte era stremata dal freddo che durava crudo nell’esistenza di tutti. Arrivava la festa dell’Epifania nell’attesa dei doni che la Veceta avrebbe portato furtiva.
Era usanza che i grandi, per rendere più vera la fiaba, preparassero per lei salami di carne e vino fresco, di annata. I piccoli, invece, offrivano alla Befana piccoli salami da taglio, fascine di rami secchi per ripararla dal rigore invernale e fieno profumato per sfamare il suo asinello che pativa la mancanza d’erba fresca lungo il sentiero innevato.
Nevicò sull’attesa quella notte, nevicò sulle ramaglie e sul fieno. Arrivò desiderato il mattino ed ogni bimbo ebbe il suo dono, ma “el bocia più vecio” svegliatosi nottetempo vide, discreto, la nonna Virginia prendere i piccoli fasci di legna e farne un bel fuoco sul focolare della cucina e lo zio Remo portare il fieno ai bovini nella stalla vicina; i salami piccoli e grandi erano già stati riposti con cura nel “moscheto” (mobiletto pensile contornato da rete molto fine).
Buon per i suoi fratelli e i suoi cugini che ignari di tutto divisero fra loro una gioia manifesta; Nino quel giorno ebbe altri pensieri, poi avvertì di non essere stato tradito perché aveva capito il significato di quella favola, lunga fino a questi giorni.
Ad oggi nel giorno dell’Epifania, è rimasta la tradizione della Befana che porta, più che i doni, i dolcetti ai bimbi piccini e il carbone ai birichini, dentro una calza colorata.
Inoltre c’è l’usanza della “Brusavecia” dove la befana, rappresentata da un fantoccio di stoffa, sopra a una gran catasta di legna vien bruciata; la “vecchia” rappresenta l’anno passato che brucia, e dalle ceneri nasce l’anno nuovo. Tale evento si può ammirare a Rovigo in Tassina, il giorno 6 gennaio 2016 per le 18.00 inizierà il gran rogo.
Questo è il periodo degli ossi di maiale e dei bolliti, lavorati e cucinati accuratamente al Ristorante Al Cavaliere.